Letture - L'arte della guerra di Napoleone - Jacques Garnier

Jacques Garnier, L'arte della guerra di Napoleone. Una biografia strategica, Libreria Editrice Goriziana (Le Guerre, 76) Gorizia, 2016, 362 pp.

Per conoscere le guerre napoleoniche nel loro svolgimento il testo di riferimento non può che essere Le campagne di Napoleone di David Chandler. Questo testo, insieme a I marescialli di Napoleone e Waterloo dello stesso autore, costituisce la base migliore per la conoscenza "militare" di Napoleone, mentre per studi biografici più omnicomprensivi si rimanda ai testi di Georges Lefebvre o Emil Krieg per dirne un paio. Volendo, dal punto di vista, si può citare Andrea Frediani e il suo Le grandi battaglie di Napoleone più agile e breve nella struttura.
In campo militare non mancano poi studi specifici dedicati spesso alla battaglia di Waterloo. Tuttavia anche la prima campagna d'Italia del 1796, le battaglia di Austerliz o la campagna di Russia del 1812 trovano spesso interessanti approfondimenti. 
In un quadro più o meno affollato di opere L'arte della guerra di Napoleone di Jacques Garnier presenta una particolare novità. L'intento di Garnier vuol essere quello di presentare una "biografia strategica" di Napoleone svincolandosi dalla normale trattazione delle sue campagne militari ridonando un attenzione particolare alla novità portata da le petit caporal in ambito bellico. Tale biografia risulta utile vista la particolare carenza di scritti propri dello stesso Napoleone sull'arte militare. Non che non fosse nei pensieri di Napoleone scrivere in merito, ma gli mancò il tempo o forse la forza di vincere l'amarezza dell'esilio per redigere queste sue memorie.
Garnier sviluppa questa "biografia" prendendo chiaramente le mosse dalla prima campagna d'Italia del 1796, vero e proprio evento rivoluzionario di arte bellica. Torna quindi a sviscerare la figura di Napoleone nella sua formazione militare, mostrando in parallelo lo sviluppo di quegli elementi che ne faranno poi la fortuna e, al tempo stesso, ne segneranno la caduta. Le innovazioni di Napoleone in ambito militare e strategico sono poi oggetto di alcuni approfondimenti di Garnier, prima di presentare il sistema "perfetto" e la battaglia "perfetta" che somma tutti gli elementi napoleonici: la Grandee Armee e Austerliz.
Alla battaglia "perfetta" però non farà a lungo seguito un sistema "perfetto" di condurre le campagne napoleoniche. L'usura nel tempo della Grande Armee, l'innesto di forze alleate di non adeguata compattezza, la guerriglia spagnola, il miglioramento degli avversari anche per effetto del misurarsi con Napoleone segnano una lenta ma decisiva flessione dell'Impero francese. L'autore dedica quattro sezioni del suo testo alla "Guerra dei Tre anni" ossia gli avvenimenti che intercorrono nelle campagne di Russia del 1812, di Germania del 1813 e di Francia del 1814. Campagne che segnano le sconfitte più importanti patite da Napoleone fino alla sua prima abdicazione del 1814. Quattro capitoli che però mostrano la costante ricerca di una soluzione sul campo da parte di Napoleone anche attraverso espedienti estemporanei ma efficaci. Ne derivano molteplici vittorie eclatanti di Napoleone ma mai decisive e, infine, oscurate dagli scontri della Beresina (1812), di Lipsia (1813) e dalla caduta di Parigi (1814). Garnier sottilinea che alla fine Napoleone viene vinto dallo strapotere numerico degli avversari, ormai troppi, e dallo scadimento generale del suo esercito.
Garnier dedica ancora un capitolo alla campagna del 1815 che porta alla battaglia di Waterloo. L'argomento in questo caso risulta davvero troppo studiato per introdurre elementi nuovi. 
Interessante anche se forse degno di maggiore approfondimento il capitolo finale dedicato all'impronta e all'eco dell'epopea napoleonica in vari stati.
Dove collocare questo testo? Pur nella specificità di alcuni argomenti, non si ferma ad un momento in particolare. Giustamente, visto il carattere di "biografia". Allo stesso tempo Garnier non segue una trattazione lineare, ma procede talvolta a salti. Ad esempio, la seconda campagna d'Italia del 1800 viene trattata in maniere distinte e in punti distinti, scindendo la manovra francese fino alla battaglia di Marengo dalla battaglia stessa. Ora questo aspetto può essere compreso se si ha una conoscenza previa del campagne napoleoniche. Al contrario, si resta talvolta, spiazzati da brevi esempi come l'episodio di Somosierra del 1808. 
Resta tutavia la necessità di considerare attentamente questo testo. Pur richiedendo alcune conoscenze previe, ed ecco la necessità di riferirsi alle opere di Chandler, non è un completamento a tante opere napoleoniche. Costituisce semmai un punto di vista utile e particolare sulla scienza militare, una ricostruzione quanto più fedele al pensiero tattico e strategico di Napoleone.

Emanuele Cattarossi

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