Letture - Honeymoon - Banana Yoshimoto

Banana Yoshimoto, Honeymoon, Feltrinelli (Universale Economica 9004), Milano 2017, 108 pp.

Questo romanzo di Banana Yoshimoto dal titolo Honeymoon, ossia “Luna di miele”, narra la particolare relazione tra la giovane Manaka e il suo compagno di giochi Hiroshi. La storia viene descritta usando il punto di vista e la voce narrante di Manaka stessa. Entrambi giovani Manaka e Hiroshi uniscono rapidamente le loro vite in una relazione di grande intensità. Alla morte del nonno di Hiroshi, i due iniziano a vivere una serie di turbamenti di cui solo progressivamente se ne scoprono i motivi. Sarà un viaggio, una nuova “honeymoon”, a dipanare i turbamenti tra i due e a indirizzarli verso una nuova fase del loro rapporto.
Honeymoon è un romanzo in cui le descrizioni di Manaka descrivono sensazioni particolari e di grande espressività. “Quando, dovunque io sia, vengo presa dall’inquietudine, nel mio spirito ritorno al giardino. Il giardino è il punto dal quale sono partite le mie sensazioni, lo spazio, eternamente immutabile, dove trovo la misura delle cose”. La descrizione del giardino come spazio di conforto e luogo nel quadro ritrovare un proprio equilibrio viene offerta con grandissima semplicità ma al tempo stesso non si ha nessun dubbio sulla funzione dello stesso.
Ma non basta, anche i punti di vista in cui momenti di luce si alternano ad altri d’ombra assumono grande espressività. “Oltre il vecchio vetro deformato della cucina, oltre il giardino con il mio caro albero di camelia, pieno di rami di un verde vivido, e il vialetto così spesso invaso dalle erbacce, si vedeva la luce forte e brillante che proveniva dalle finestre illuminate di casa mia. La luce forte che i miei genitori, ancora giovani, avevano studiato in modo che fosse vivace e piacevole, aveva un calore che mi malgrado associavo immediatamente alla famiglia. Ero stata tante volte in quella cucina, ma non mi era mai successo di vedere casa mia da una prospettiva così triste.” Il semplice cambio di prospettiva, in un particolare così semplice come il vetro deformato di una cucina, mostra una delicatezza narrativa che colpisce il lettore. Insieme nel descriverlo l’autrice offre una serie impressionante di dettagli e di confronti a tal punto che il lettore “vede” naturalmente la luce e l’ombra descritta.
Honeymoon è una storia toccante che parla del recepire la vita e saperla comunicare. Al tempo stesso parla spesso di morte ma con un’introspezione molto particolare. Diversi personaggi correlati ai giovani Hiroshi e Manaka attraversano la soglia della vita e per ognuno vi è una descrizione dei sentimenti comunicati e trasmessi ai protagonisti. Al tempo ci sono momenti in cui la morte viene evocata come necessità del vivere e del dare un senso alla propria vita.
“Al mondo non importava niente di cosa sarebbe stato di me, ma il mondo era affascinante, bello, traboccante di qualcosa che somigliava all’amore, e pensai che io che nuotavo lì dentro senza sapere che cosa ci fosse, non ero per niente da compatire. Mi ero sentita come un angelo che fluttuava nel mare di notte. Una piccola creatura tremante, che le luci della città, l’acqua, le stelle nitide avevano protetto in modo semplice e puro. Mi era sembrato di trovarmi in un luogo meraviglioso. Mai più nella mia vita, né prima né dopo, ho visto qualcosa di una bellezza più commovente”.
E in tal maniera si nota come i protagonisti vivano un processo di pacificazione, di riconciliazione con il proprio passato ma al tempo stesso con il mondo. Così facendo il mondo stesso esplode di colori e di sensazioni: nel cibo, nei viaggi, in un tramonto, in un gruppo di delfini che giocano.
Delicato, leggero ma non banale, introspettivo e di forte evocatività Honeymoon si colloca tra i romanzi più belli e intesi della Yoshimoto.

Emanuele Cattarossi

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