Letture - Eserciti e volontari della Prima Guerra d’Indipendenza, 1848-1849 - Gabriele Esposito
Gabriele Esposito, Eserciti e volontari della Prima Guerra
d’Indipendenza, 1848-1849. Storia, organizzazione e uniformi, LEG (Le Guerre, 86),
Gorizia 2017, 172 pp.
I tre conflitti ottocenteschi comunemente indicati dalla
storiografia italiana come “guerre d’indipendenza” sono in realtà
particolarmente diversificate tra loro. La prima s’inquadra nel contesto delle
rivoluzioni del 1848 con più attori in gioco; la seconda risulta frutto di un’alleanza
strategica nella quale il maggiore beneficiario risultò essere il Regno di
Sardegna; la terza appartiene ad un conflitto già più allargato ed “europeo”
nello svolgimento e con uno stato già più formato come il Regno d’Italia.
I molteplici attori in gioco nella prima guerra
d’indipendenza scomparvero progressivamente nello svolgimento degli eventi. E
tuttavia provocarono in tutta gli stati italiani del tempo momenti di fermento
e di mobilitazione che si tradussero in diversificati corpi in azione sui campi
di battaglia. Nel suo libro Esposito ne segue con quadri attenti lo sviluppo.
L’autore non è nuovo a questo lavoro avendo curato per Osprey Publishing due
volumi della serie “Met-et-arms” dal titolo Armies
of the Italian Wars of Unification 1848-1870.
Il titolo del testo va tuttavia chiarito meglio. L’autore
chiarisce da subito come nella sua trattazione non prende in considerazione gli
eserciti del Regno di Sardegna e del Regno delle Due Sicilie, in quanto
ritenuti già lungamente studiati. L’autore preferisce dunque focalizzarsi sugli
eserciti del Granducato di Toscana, dello Stato Pontificio, del Ducato di
Modena e di quello di Parma, oltre alla serie di milizie volontarie.
Ne emergono una serie di dettagliate schede sui vari corpi
mobilitati corredate da un interessante apparato di immagini, opere di Quinto
Cenni (1845-1917) e di Benedetto Esposito padre dell’autore, in bianco e nero e
a colori che restituiscono in un volume di agile lettura informazioni talvolta
spesso sparpagliate nella vasta bibliografia risorgimentale. Il testo possiede
una sezione in inglese in cui vengono condensate le informazioni secondo organizzazione
e uniformi dei vari corpi.
Occorre segnalare e correggere una svista notevole a p. 24
quando l’autore indica che “dopo la sconfitta di Custoza [luglio 1848] Carlo
Alberto si rifiutò di combattere in difesa di Milano, abdicando e lasciando suo
figlio Vittorio Emanuele II a firmare l’armistizio di Salasco”. Carlo Alberto
non rifiuto la difesa di Milano, semmai non fu in grado di reggere più di un
giorno, il 4 agosto 1848, all’attacco austriaco. Inoltre non abdicò nell’agosto
1848 ma nel marzo 1849 in conseguenza della sconfitta di Novara, lasciando in
quel caso il suo successore Vittorio Emanuele II, suo figlio, a firmare
l’armistizio di Vignale mentre quello “di Salasco” prende il nome dal generale
che lo firmò, Carlo Canera di Salasco.
Emanuele Cattarossi
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