Letture - Le guerre balcaniche - Egidio Ivetic
Egidio Ivetic, Le guerre balcaniche, Il Mulino
(Storica Paperbacks, 140), Bologna 2016, 192 pp.

Il saggio presenta una ricostruzione attenta e precisa degli
avvenimenti che portarono a ben due conflitti nell’area balcanica a cavallo del
biennio 1912-1913. La didattica lascia solitamente poco spazio all’argomento.
Prendendo spunto dall’irreversibile declino dell’Impero Ottomano i manuali di
storia scolastica dedicano solitamente una smilza pagina a dare notizia dei due
conflitti, indicando le parti in lotta e il rovesciamento di alleanze
intercorso tra la prima e la seconda guerra balcanica, magari accennando al
fatto che essi crearono un clima di tensione nel quale esplodono i colpi di
Gavrilo Princip a Sarajevo contro l’arciduca Ferdinando nell’estate 1914.
Merito di Ivetic è quello di aver proposto un saggio di
lettura semplice e puntale. Gli antefatti e i partecipanti al conflitto vengono
descritti con precisione, offrendo come punto di partenza remoto dei due
conflitti la conferenza di Berlino del 1878. È proprio a partire da questo
evento capace di ridisegnare profondamente l’assetto balcanico inserendo in un
contesto a lungo semplificato tra impero asburgico e impero ottomano, con
l’impero zarista alla finestra, una serie di nuovi soggetti nazionali quali
Romania, Bulgaria, Serbia e Montenegro che vanno dipanandosi una serie di
particolari situazioni destinate a sfociare in conflitto aperto.
Un aspetto che Ivetic fa emergere con attenzione sono le
conseguenze drammatiche che questo conflitto provoca per la popolazione
musulmana residente nella Turchia europea. Gli assedi di Scutari e Gianina nel
primo conflitto balcanico, unitamente alle stragi perpetuate in Macedonia e
Tracia illuminano tristemente su quelle che saranno delle continue ritornanti
del Novecento. Pulizia etnica che spazzerà via una cultura con quasi
cinquecento anni di storia.
Le guerre balcaniche si distinguono poi un altro paio di
aspetti. Il primo è la rivendicazione della guerra come opportunità per
raggiungere i confini di grandi stati: che si parli di Grande Serbia o Grande
Bulgaria o Megale Hellas si nota nelle potenze principali della prima Lega
Balcanica certamente un senso antiottomano ma anche un forte senso di
espansione nazionale. La lunga e non chiarita da principio spartizione della Macedonia
porterà inevitabilmente al secondo conflitto.
Il secondo aspetto è dato dalla modernità di due conflitti
che sostanzialmente rappresentano una parzialmente falsa anteprima del primo
conflitto mondiale. Spieghiamo il perché. I due conflitti balcanici per la
mobilitazione di eserciti nazionali su grande scala, per la cura e la modernità
degli armamenti e per l’esecuzione dei piani di guerra poco hanno da spartire
con i rari conflitti ottocenteschi e ancor meno con quelli di età napoleonica. Di
contro, la rapidità delle manovre offerte dagli eserciti della Lega Balcanica,
in particolare quella dell’esercito bulgaro contro i Turchi, poco si ritroverà
nell’estenuante confronto di trincee sul fronte occidentale mentre apparirà a
sprazzi nelle operazioni sul fronte orientale e balcanico.
Merito di questo saggio è di mostrare come i due conflitti
balcanici rappresentano una prima esplosione di un territorio che ancora vive
di tensioni appena sopite. Un delicato incrocio di rivendicazioni a cui la
politica e i negoziati stentano ancora a dare risposta.
Emanuele Cattarossi
Commenti
Posta un commento